Mentre scorrevo la homepage di Facebook mi sono imbattuto in una pagina che trattava di matematica. Ho letto di una ragazza che prendeva in giro un professore di filosofia che aveva detto (non con queste specifiche parole) che i numeri in realtà non sono delle quantità ben definite, che sono soltanto un artificio utilizzato da noi per poter “quantificare” la realtà. Che i numeri, in realtà, sono “indefiniti”. La ragazza chiedeva aiuto, quindi, per far capire al professore che si sbagliava. Nei commenti si potevano leggere frasi del tipo: “dici al tuo professore che se i numeri non fossero definiti con il cavolo che si porterebbe lo stipendio a casa”. Ora, vorrei esporre un mio pensiero riguardo alla cosa: penso che una persona di cultura (o che almeno si ritenga tale) non possa concedersi il lusso della presunzione conoscitiva, nel senso che non si può tralasciare in alcun modo l’aspetto storico ed evoluzionistico che ha portato il mondo ad essere quello che e’. Ne’, tanto meno, si possono trascurare le scienze che studiano l’uomo (ovviamente vale anche il viceversa, dato che il mondo naturale rispetta determinate leggi fisico-matematiche: l’economia non può trascendere dalla statistica e dalla matematica così come non può l’architettura, la filosofia etc…).

Detto questo, voglio esprimere la mia opinione riguardo “l’indeterminatezza” dei numeri utilizzando le argomentazioni di Bertrand Russell:

“Esistono variabili in tutte le proposizioni matematiche, anche quando a prima vista nn ci sono: 1 + 1 = 2, ad esempio, nasconde un significato molto più profondo di quello che potrebbe sembrare. Il suo vero significato e’: << se x è uno e y è uno, ed x è differente da y, allora x e y sono due >>.

Tutte le proposizioni matematiche contengono le parole ogni e alcuni. In tal senso la proposizione precedente può anche essere intesa come: << Ogni unità e ogni altra unità sono due unità >> “.

Quindi, non siate ansiosi di esprimere forti giudizi, ma cogliete ogni “provocazione” come una scusa per informarvi, ricercare e crescere culturalmente.


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